Il grido dell'anima
Erio dalle rivoluzioni inutili ha respirato l'aria umida e sporca del carcere... la diversità discriminante e infangante dei drogati, dei disperati, dei diversi, dei separati, degli ultimi! Ha assorbito gioie e disgrazie dalle persone che gli sono state attorno, e nonostante questo succedersi di eventi, che forgiano la tempra umana, non ha mai perso la speranza! La pazzia, la pazzia! No, no... non si è impadronita di lui, l'ha sfiorata, non può assistere allo sgretolarsi dell'io rovesciato dei tanti disperati, che nega ogni valore, proponendo sciancate soluzioni, senza gridare al mondo la propria rabbia! Erio, anche se ha ucciso intenzionalmente, non può lasciare questo mondo d'infamia senza provare nella fantasia il sapore del delitto... Tra fede e non fede, è perplesso... e non si aspetta un provvidenziale castigo dell'intenzione! In questa recita di rabbia, il suo tormento è scivolato attraverso la sua minuscola matita nelle ore piccole della notte... sì, dalle tante notti... tra lacrime e lamenti!
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