Déjà-vu

Déjà-vu

Quando si balla non esiste nient'altro che il proprio corpo, niente costrizioni, niente condizionamenti, nessuna restrizione, solo l'ebbrezza di essere liberi. Forse scrivere è un po' come danzare? (La danza). Da ragazzino Giorgio Castelli abitava in un palazzo di cinque piani con balcone, ascensore e portiere. Uno dei suoi migliori passatempi era stare alla finestra. Al terzo piano di Via Gallarate era bello affacciarsi, vedere ingorghi di traffico sotto casa sua, che non riuscivano a srotolarsi se non dopo ore (Al numero 15 di Via Gallarate). "Déjà-vu" è una raccolta di venti racconti, ricchi di immagini, ricordi, sogni e sensazioni. L'autrice sa stupire per la pungente ironia e per la densa bellezza con cui costruisce le sue storie. E tutte le storie costituiscono dei pezzi di vita che, messi insieme, restituiscono al lettore il quadro armonioso e paradossale dell'esistenza.
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