Le cose che voi umani
Ruggero Mentasti (o Stefano Zemella, in una vita precedentemente consumata) ha militato per scelta nelle torbide Brigate Rosse degli anni '70 abbandonandole poi per convenienza. Abile nel sommergere il proprio presente dentro un'apparenza borghese, a tren'anni di distanza ha maturato la convinzione che nessuno gli chiederà più conto di possedere la verità sulla fine di Aldo Moro. Ma rapito da un'intelligence, Mentasti passa 55 giorni di segregazione a scavare nei ricordi degli anni di piombo. Dalla cella degli interrogatori, Mentasti detta un racconto che snoda dai freddi sotterranei metropolitani agli attici di rappresentanza del "sistema", evocando false verità, indispensabili al potere per goderne dei loro abusi. Le cose che voi umani si nutre di colpi di scena e con essi si rigenera senza soluzione di continuità, con un finale che va oltre la parola "fine". Il romanzo rivive le atmosfere inquinate, le emozioni violente, le rivelazioni grottesche, la sfrontatezza dei colpevoli, il rosario mai finito dei morti, ricatti, misteri, l'humus del dramma cupo come un'onda che marca da trent'anni il confine della nostra esistenza.
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