Jane Austen. Silenzi, lacune, allusioni
Jane Austen. Silenzi, lacune, allusioni: Jane Austen è un classico non solo per quello che dice, ma anche per quello che non dice. La sua reticenza non è una figura retorica o un effetto del linguaggio. È qualcosa di più. È il metodo austeniano di leggere le cose del mondo. Rispetto a quello che vorrebbe raccontare, Austen dice molto poco perché nel piccolo cerchio delle sue storie è sicura di riuscire a ricavare lo spazio per poter dire tutto. Senza escludere neanche quello che non è giusto che dica perché - dal punto di vista del narrabile/visibile - ha imposto a se stessa di conservare invariabilmente un paesaggio ordinato, apparentemente senza asperità o crepe, focalizzabile ad occhio nudo e sempre disponibile ad essere scandagliato dal suo sguardo. In fondo, sa bene che il non detto, finzionalizzato nel modo giusto, è come dire due volte. Il presente volume raccoglie una parte degli atti di un convegno svoltosi nel 2017 presso l'Università del Molise (Campobasso), insieme ad altri contributi sul tema del silenzio.
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