Onora il padre
Ha un esordio, uno svolgimento, un epilogo, ma non è un romanzo. Contiene qualche lettera, ma ciò non basta a farne un epistolario. Parla di un uomo realmente esistito, ma non è una biografia. Narra in prima persona stralci di vita fissati per sempre, ma non è un diario. Cos'altro restava da fare a una figlia dopo aver sperimentato i limiti della medicina, l'impotenza umana e la profondità dell'umano dolore sotto l'incalzare di un male spietato? Ecco che allora il personaggio del padre, filtrato attraverso i suoi occhi di figlia, assurge al ruolo di figura mitica. Fin dalla notte dei tempi cantori e poeti hanno reso gli eroi immortali. Ecco cosa fare: la parola scritta consola, trasforma il male in bene, la parola scritta è più forte della morte.