Naufraghi e naviganti. La colpa e la ragione
La pupilla del poeta è l'unica patria ove si possa intuire e almeno sfiorare l'essenza delle cose: è questa una poesia raffinata che impegna più che mai l'uomo e l'artista sull'interrogazione del proprio io, affinché messaggi altrimenti ineludibili trovino epifania e assumano addirittura valenza sacrale, superando i "non-luoghi" di una comunicazione bloccata e ininterrotta. Un dialogo improrogabile, dunque, tra coscienza e malessere, con continui momenti di passaggio dalla cultura artistica al linguaggio verbale.
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