Tommaso d'Aquino esegeta delle critiche di Aristotele agli Eleati nel Libri I della Fisica. Quattro studi

Tommaso d'Aquino esegeta delle critiche di Aristotele agli Eleati nel Libri I della Fisica. Quattro studi

Quando Tommaso d'Aquino, durante il suo secondo soggiorno parigino, s'accinge a scrivere il suo Commentario alla Fisica di Aristotele, la Rehabilitierung dello Stagirita in Occidente è un processo ormai consolidato, e lo studio dei suoi libri naturales, e della Fisica in particolare, occupa indubbiamente un ruolo di rilievo nella costruzione dell'aristotelismo medievale. Entro la cornice di quello specifico genere letterario che è il commentario alle opere di Aristotele, il Commentario di Tommaso da un lato si distingue come uno fra i più scrupolosi e penetranti e dall'altro lato costituisce un prezioso documento del modo in cui, nel XIII secolo, si lavorava all'interpretazione dei testi di Aristotele. Ma c'è, altresì, una 'modernità' in Tommaso, se è vero che convinzione generale del frate domenicano fu che lo studio di Aristotele rappresentasse un'attività intellettuale degna per se stessa e per nulla subordinata a finalità esterne alla comprensione dell'intentio auctoris. L'in Physicam di Tommaso è, in definitiva, un formidabile laboratorio in cui vengono affinati concetti e strumenti teorici di cui Tommaso si servirà anche nelle opere teologiche.
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