Dal marciapiede dei ricordi
Dal marciapiede dei ricordi: "...La tavolozza del nostro cantore si arricchisce sovente di sfumature verosimili, prese in prestito dalla "strada" o magari sottratte di forza da contesti estranei, volutamente esagerate o estrapolate da linguaggi sconvenienti. Quelli comunemente lasciati, per sterili convenzioni, nel dimenticatoio, ma improvvisamente resi più che idonei al compito di descrivere uno stato d'animo e/o una condizione vitale...". Cantare il dolore diventa paradossalmente, nei poetici "deliri" del Condreas, un insolito ma vero inneggiare alla Vita, quella fatta di "carne e sangue", di "rumore", di riflessione alta e non comune sentire, sensibilità, quotidiano soffrire.
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