La tavola lombarda. El risott giald
L'economia rurale, ma autarchica, del vasto territorio montagnoso lombardo ha, per diversi aspetti, creato geniali elaborazioni da materie prime povere ma arricchite da condimenti e sapori; basti pensare al "cuz" che ancora si prepara d'inverno in Valcamonica: carne d'agnellone cotta nel suo grasso, insaporita con erbe odorose, e poi lasciata refrigerare all'aperto in grandi mastelli di legno. Questo libro sulla cucina regionale lombarda è eterogeneo proprio come la cucina che vuole descrivere: vi è una parte gastronomica e una narrativa: la prima, descrive una ricca e imbandita tavolata, che dai primi, tipicamente milanesi, pavesi e bresciani, come i risotti, i ravioli o le zuppe, si espande ai famosi secondi, come i bolliti, i brasati, le cotolette alla milanese, la cassoeula, gli ossobuchi, e poi le anguille, le alborelle, fino ai tradizionali dolci, come il panettone, la torta sbrisolona, o il pan dè mèj, o le chiacchere di suora, tipicamente preparate durante i giorni di Carnevale. Nella parte narrativa, il racconto che dà il titolo al libro: "El risott giald". Dal Big Bang cosmico che disturba il quieto ragionar sui mondi del Dr Effe, passando dai ricordi degli amori giovanili su su fino alla concretezza del presente, per approdare al ricordo di un bel viaggio ricco di eventi e novità ambientali godute in comunanza di vecchi e collaudati amici.
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