La musica dell'anima
Se la musica è il mezzo che dà voce all'invisibile, la psicoanalisi è lo strumento che dà voce all'anima. Musica e anima, caratterizzate entrambe da un'essenza ineffabile, nascono dal silentium magnum e hanno come destinatario un sentire che trascende l'acustica del suono. La musica ha le sue radici nell'anima e le radici dell'anima sono in un "altrove" al quale la musica fa ritorno dopo essere stata composta ed eseguita. Entrambe appartengono a una sorta di memoria cosmica e per entrambe il tempo si declina solo al presente. Convinto che la musica costituisca una dimensione importante del "fare anima", l'autore si muove, ora parallelamente ora alternativamente, tra il mondo interno dell'individuo e l'arte musicale. Il paradigma psicoanalitico diventa il mezzo che permette di confrontare l'ascolto musicale all'ascolto analitico a dimostrazione di come l'interpretazione, in entrambe le esperienze, si accompagni all'improvvisazione. Emozioni e sentimenti sembrano sigillare quei contenuti musicali e animici che non sappiamo e non possiamo dire, ma che suggeriscono percorsi ideativi appartenenti alle aree psichiche meno accessibili, nascoste tra le pieghe dell'anima.
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