Io non sto a guardare. Memorie di una partigiana femminista
Velia Sacchi nasce a Bergamo nel 1921. Nel 1943, sposata e madre di una bimba di due anni, entra nella Resistenza occupandosi di propaganda antifascista e trasferimento di perseguitati in Svizzera. Fortunosamente rilasciata dopo un arresto, passa alla clandestinità, collabora con "l'Unità" e fonda l'Associazione femminile per la pace e la libertà, che alla fine della guerra confluisce nell'UDI, Unione Donne Italiane. Muore nel 2015. In questa autobiografia, che recupera anche pagine di diario degli anni della Resistenza, foto, documenti e alcune immagini (tra cui carte di identità false e la scheda del CNL), c'è il racconto in presa diretta di una vita che legge i grandi e piccoli eventi della storia sempre dal punto di vista della donna. Si parte dalla lotta di Liberazione, quando oltre al ruolo di staffetta, di accudimento, di coraggio quotidiano, la presenza femminile favorisce la diffusione di sentimenti, atteggiamenti, di quella rivolta morale che costituisce l'humus emotivo della Resistenza. E di questa la Sacchi racconta senza alcuna retorica anche le problematicità e i punti critici "di genere": l'emarginazione dai posti di comando, le idee sessiste dei dirigenti e dei compagni di lotta, la violenza gratuita... Velia affronta poi, sempre dall'angolazione femminista, i nodi politici del secondo Novecento, dalla democrazia incompiuta al tentativo di ricacciare nel silenzio delle case la questione, ancora non risolta, delle donne in Italia.
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