La famigliastra
Tricarico punta a mettere in crisi dall'interno il meccanismo della famiglia, rivelando che al di là dei suoni destituiti di essa è un luogo di traumi, che solo parole insignificanti, frante o combinate, infantili o colte, sempre comunque distorte in meccanismi associativi di automatismi fonetici, possono svelare. Dodici rapporti familiari in luoghi diversi, dell'io che canta, menestrella e strimpella, si ripetono tre volte (dantescamente?) a segnare una continuità spaziale e sociale nell'indistinto e infinito presente dell'oggi, dove, di fronte al tutto detto, "non resta che origliare / nel maledetto letto / del non detto".
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