Uè paisà. Racconti dall'identità italoamericana
Il volume raccoglie alcune tra le voci più interessanti della scrittura italoamericana contemporanea in una tessitura di accenti diversi e modulazioni narrative di singolare originalità. La scuola religiosa di Tony Ardizzone; i fantasmi alle finestre di Sandra Mortola Gilbert; la mesa desolata di Adria Bernardi; i nonni di Fred Gardaphé; i telefilm e la madre in Paola Corso, e la radio per quella di Maria Mazziotti Gillan; la ricerca di somiglianze in Lisa Ruffolo; e la voce che registra i suoni dell'acqua in Mary Caponegro spalancano le porte su un mondo in bilico tra due culture, e due lingue, quella della terra-madre, l'Italia, e quella della terra-nutrice, l'America; un mondo sospeso sul trattino tra italiano e americano, popolato dalle ombre spesso inquietanti degli avi. Legati dal filo rosso di una discendenza quasi mitica dai progenitori italiani che osarono varcare le colonne d'Ercole, gli autori di "Uè paisà" re-inventano la loro identità servendosi della lente sfocata del ricordo - spesso di seconda mano -, mossi dalla necessità di ritrovare il tassello mancante nel loro mosaico identitario, di lucidare e far splendere di nuovo quella tessera opaca e magica che non consente di dirsi americani tout-court, bensì "americani di origine italiane".
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