Chinaberry
L’affresco di luoghi e di un periodo ormai scomparsi per sempre: ranch che si estendevano per miglia e miglia, campi di cotone arrivavano fino all’orizzonte, bovini allo stato brado e scuole organizzate in campagna dagli stessi allevatori. "I personaggi di still sono dotati di vigore e statura morale: la creazione artistica di personaggi e ambienti è straordinaria, tanto quanto le sue pretese sono modeste" - Saturday Review of Books "La lingua di James Still è sincera e bellissima." - Lincoln Herald Times Anson Winters, triste, tormentato, ma sicuro di sé; la sua premurosa e tenera moglie, Lurie; Ernest Roughton, a cui è affidato il narratore, onesto e solido; i Cretini, due amici inseparabili che non amano altro che una buona burla (parenti letterari di Harl e Tibb Logan, i cugini burloni di Fiume di Terra). Ma Chinaberry non è solo l’infanzia del narratore, è la sua memoria, il dolore e la gioia, perché ciascuno di noi ha il suo Chinaberry. Un albero duro e resistente, un estraneo in una terra straniera, portato negli Stati Uniti dall’Asia, proprio come il ragazzo viene portato dall’Alabama al Texas. Chinaberry è un’ode alla voluttà della narrazione: nelle sue pagine incontriamo una miriade di personaggi, anche morti e scomparsi e di cui solo si parla. E tutti questi fili narrativi vengono intrecciati attraverso le storie raccontate dai personaggi della fattoria, sia che si tratti dei sommessi ricordi di Lurie mentre mangia con il narratore sotto gli alberi di Chinaberry o delle storie che Anson narra in modo chiassoso sul dondolo durante una calda notte estiva.
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