L' ultima pagina. Da Vladimir Majakovskij a David Foster Wallace, da Cesare Pavese a Virginia Woolf, storie di scrittori che hanno deciso di togliersi la vita
Persone molto diverse tra loro anche rispetto al tema della morte. C'è chi aveva perseguito razionalmente l'atto finale del suicidio passando il tempo a teorizzarlo; chi sembra non aver resistito a una serie di disgrazie terribili; chi portava in sé un dolore emotivo che temeva inguaribile. Elemento comune, una insopportabile sofferenza che troppo spesso e irrispettosamente è stata etichettata come "depressione". Raccontare queste esistenze è un atto di riconoscenza per gli scritti che ci sono stati lasciati, e insieme un atto di riparazione per l'ipocrisia di una società che ritenendo il suicidio un gesto inaccettabile continua a operare intorno a esso ogni sorta di manipolazione, dall'occultamento alla sottovalutazione, quando non arriva addirittura all'ostracismo riguardo alle opere e alle figure dei suicidi.