L'Asia di Obama e della crisi economica globale
Il primo anno della presidenza di Barack Obama ha coinciso con il pieno dispiegarsi della crisi economica globale iniziata nel settembre 2008. L'elezione di Obama ha determinato la ripresa della popolarità degli Stati Uniti nel mondo, mascherando, senza cancellarlo, il processo di declino del potere americano in Asia, accelerato dalla crisi globale. Obama ha difficoltà a trovare una strategia per uscire dal pantano afghano puntellando nel contempo la situazione in Pakistan. La Cina ha superato il Giappone come principale stato creditore degli USA, mentre, nello stesso Giappone, le elezioni generali hanno mandato al potere un nuovo governo, programmaticamente assai meno accomodante dei suoi predecessori nei confronti di Washington. Il declino del potere americano e la sempre maggiore influenza della Cina continuano quindi a rappresentare il quadro di riferimento in cui si svolgono le vicende dei singoli paesi asiatici. Queste ultime sono però condizionate anche da fattori locali di assoluto rilievo: si pensi solo all'evolversi degli equilibri interni in Cina, agli eventi di Teheran o all'inaspettata vittoria elettorale del Congresso in India. Il volume, quindi, non si limita ad analizzare il contesto internazionale, ma ripercorre in maniera chiara e puntuale le vicende interne di tutti i più significativi paesi dell'Asia: Cina, India, Giappone, Indonesia, Iran, Afghanistan, Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh, Singapore, Vietnam, Filippine e Coree.
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