Un tetto a chi lavora. Mondi operai e migrazioni italiane nell'Europa degli anni Cinquanta
Il volume analizza il rapporto tra pratiche sociali, modelli di insediamento e morfologia urbana in contesti diversi che si prestano a una stimolante comparazione: da un lato il polo industriale dell'area metropolitana milanese (Sesto San Giovanni), dall'altro il bacino minerario del Belgio (La Louvière). Si tratta di contesti di inserimento in aree industriali profondamente differenti dal punto di vista della morfologia socio-professionale e dell'organizzazione territoriale, che profilano spazi ibridi tra rurale e urbano in profonda e rapida trasformazione, a causa del massiccio afflusso di manodopera immigrata. Le profonde differenze tra le due aree consentono di mettere alla prova dell'analisi comparata concetti e percorsi storici dell'integrazione, della cittadinanza, della costruzione delle identità collettive, in modo da superare stereotipe dicotomie tra rurale/urbano, tradizione/modernità, integrazione/conflitto, movimento di popolazione interno/internazionale. Affiancando e confrontando fonti scritte e memorie orali, l'autrice affronta con ricchezza di informazioni la questione delle abitazioni e degli spazi di vita dei migranti, ed evidenzia le peculiarità di due esperienze sociali di migrazione profondamente diverse.
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