Una guerra da vincere. L'avventura di una squadra all'Istituto Nazionale dei Tumori
"Chiunque entrasse all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano negli anni Ottanta, come medico o come paziente, percepiva immediatamente una grande differenza rispetto agli altri ospedali italiani. Un'atmosfera particolare fatta di umanità ed efficienza, scienza medica concreta e profonda, senza la spocchia, i privilegi ed il potere assoluto sull'individuo malato, caratteristica di tante cliniche universitarie. [...] Eravamo tutti convinti di fare qualcosa di molto importante per la ricerca e per la cura, ed i malati erano certi di essere trattati nel miglior modo possibile al mondo. Non c'era posto per la finzione e la ritualità fine a se stessa, per lavorare in Istituto bisognava essere bravi sul serio. Oggi quei principi morali e quei modelli organizzativi vengono chiamati approccio interdisciplinare alla malattia, e sono un patrimonio comune a buona parte della medicina italiana. Non sempre però all'apparenza esteriore corrisponde lo stesso contenuto. L'integrazione tra ricerca di laboratorio e pratica clinica, che era un modello sostanziale della nostra attività, oggi viene da molti utilizzata come messaggio pubblicitario, destinato ad un pubblico di potenziali clienti. Per questo è necessario che l'Istituto Tumori di Milano mantenga il suo ruolo fondamentale nella ricerca come nella clinica di questo paese, rinnovandosi nella sostanza e nella forma, ma senza perdere i principi fondamentali che lo hanno fatto grande nel mondo." Gianni Bonadonna
Momentaneamente non ordinabile