Potere e responsabilità. Obama, l'Islam e la comunità internazionale
Dall'esercizio «muscolare» del potere a una politica di cooperazione internazionale fondata sull'assunzione collettiva di responsabilità. E il progetto politico di Obama, che, in netta rottura con l'era Bush, ricorda come l'America sia stata forte quando ha saputo unire il potere di comando {hardpower) al potere di attrazione (soft power), nella sintesi dello smart power. Declinazione che mira a rilanciare, insieme a una nuova idea di leadership, il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Un cambiamento, quello della politica americana, immediatamente visibile nei rapporti con l'Islam. Alla Mezzaluna, Obama propone relazioni ispirate al mutuo rispetto e all'interesse reciproco, che allontanino ogni tentazione di «scontro di civiltà» e ipotesi di esportazione della democrazia con la forza. Una visione del mondo che, sul piano internazionale, si nutre della volontà di sciogliere gli intricati nodi costituiti dall'Afghanistan, la questione israelo-palestinese, l'Iran; sul piano intemo muove dal duplice riconoscimento dell'Islam come religione degli americani e dei musulmani come componente essenziale della nazione.
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