The living years

The living years

"Bene Michael, sei il figlio di un ufficiale navale, allora vedi di comportarti come un ufficiale e di fare sempre il bravo". Non scorderò mai le parole che mi disse mio padre quando mi portò a scuola per il primo trimestre preparatorio all'istituto privato The Leas a Hoylake: indossava un impeccabile giacca di tweed, pantaloni cavalry twill e scarpe marroni scamosciate; io avevo sette anni ed ero terrorizzato. Nato nel 1950, Michael fu realmente il figlio di suo padre, servendo persino nella sezione navale dei corpi cadetti studenteschi di una delle più prestigiose scuole private inglesi, la Charterhouse. Il futuro di Mike era nel servizio civile. Ma poi accadde qualcosa. Scoprì la musica rock. Come membro fondatore dei Genesis, Mike avrebbe girato il mondo e raggiunto la fama internazionale. Dagli inizi tutt'altro che promettenti - a caccia di concerti guidando un furgone scassato - Mike sarebbe arrivato a suonare dentro stadi ricolmi di gente, vendendo oltre 150 milioni di dischi. Abbandonate le cravatte classiche e gli abiti di sartoria in favore di pantaloni a campana e tuniche afghane, Mike e i Genesis si imposero come pionieri della teatralità prog rock degli anni Settanta, prima di diventare uno dei grandi gruppi "per tutti" negli Ottanta. E tra il pubblico, qualche volta, c'era l'austero capitano Rutherford, i tappi per le orecchie pronti all'uso, il "Melody Maker" tra le mani.
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