De poligonys numeris. Testo greco a fronte
Della vita di Diofanto non sappiamo niente. E citato di sfuggita da Teone nel suo commentario all'"Almagesto"; egli stesso, tra gli autori noti, menziona soltanto Ipsicle (proprio nel "De polygonis numeris"). Resta quindi aperta una finestra di cinque secoli, dalla fine del II secolo a.C. alla seconda metà del IV della nostra era. Spesso ricordato come "padre dell'algebra", è considerato per lunga tradizione un autore oscuro per la difficoltà dei suoi teoremi. E conosciuto soprattutto per l'opera "Arithmetica", un trattato (originariamente in tredici libri, di cui ci sono pervenuti i primi sei in greco e altri quattro in traduzione araba) sulle equazioni algebriche e sulla teoria dei numeri. L'opera che qui si presenta, il "De polygonis numeris", è invece una teoria matematica dei numeri poligonali su base dimostrativa: sommando serie aritmetiche invece che geometriche, Diofanto ci offre come conseguenza una caratterizzazione delle varie specie di numeri poligonali, che sostituiscono in qualche senso quelli perfetti. Il volume contiene l'edizione critica del testo greco, con traduzione italiana, ed un'ampia introduzione in cui l'opera del matematico greco è studiata da un punto di vista storico e linguistico; è concluso infine da un ricco apparato bibliografico e di indici.
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