Kraftwerk. Il suono dell'uomo-macchina. Una forma ben organizzata d'anarchia
Chi erano, o meglio, chi sono i Kraftwerk e cosa hanno rappresentato per la storia della musica? La risposta è semplice: quattro umanoidi la cui visione delle cose rivoluzionò il pop. Non musicisti, o meglio anti-rockstar per eccellenza, alla figura stereotipata e invadente del divo da copertina hanno sempre opposto l'idea del musicista come tecnico nella fabbrica del suono. Hanno gettato le basi della musica elettronica (persino i deejay neri devono molto a loro) e raccontato in forma canzone il rapporto d'amore/odio per le macchine, la tecnologia, i computer. Su autostrade o in centrali elettriche, su treni transeuropei o in corse ciclistiche... Siamo tutti robots. Per citare una delle più celebri riviste musicali (Q magazine), "senza di loro non ci sarebbero stati l'hip-hop, la house, la musica ambient, l'electro e persino Michael Jackson". Questo libro è la prima biografia italiana a coprire tutto l'arco della carriera della band tedesca, dagli esordi sotto il nome Organisation al loro glorioso tour mondiale del 2004. Ad arricchire il testo, appendici con l'elenco puntuale di tutti i concerti e la titanica ricostruzione di tutte le uscite discografiche dei Kraftwerk, edizione per edizione, paese per paese.