La quinta mafia. Come e perché la mafia al Nord oggi è fatta anche da uomini del Nord
La 'Ndrangheta si è infiltrata al Nord e ha vampirizzato imprese, strutture sanitarie, Comuni. Questo lo sappiamo. Ma ancora non si è detto che le vittime del morso di un vampiro, se non muoiono, si trasformano in vampiri. Alcuni uomini del Nord - sempre di più - imparano, talvolta per interesse, talvolta per forza, il metodo mafioso. Ivano Perego era un perfetto esemplare della borghesia brianzola, ma secondo gli inquirenti ha lasciato che la sua azienda finisse nelle mani della mafia calabrese. Antonino Belnome è cresciuto nella provincia lombarda ed è diventato un padrino, a capo di un "locale" di 'Ndrangheta. E i miasmi della 'Ndrangheta arrivano a lambire i grandi progetti di rinnovamento di Milano, come il quartiere Santa Giulia, un affare da quattro miliardi di euro. Queste sono solo alcune delle storie raccontate ne "La quinta mafia". Dall'inchiesta di Marta Chiavari - ricca di materiale inedito ma soprattutto di incontri e racconti dalla viva voce delle vittime, degli indagati, dei condannati, dei magistrati, che danno un'idea sconvolgente della nuova antropologia mafiosa padana - emerge l'immagine di un Nord del tutto privo di quegli anticorpi culturali che pensava di avere; di un popolo omertoso e spaventato; di una diffusa minoranza spregiudicata e criminale, interessata ai soldi facili, al potere a ogni costo. Di un Nord ormai pronto per essere la regione della quinta mafia.
Momentaneamente non ordinabile