Confessione reporter. Quello che non ho mai scritto
Tv, network e giornali divorano notizie, fatti e uomini. Li spolpano finché sono freschi e poi li abbandonano per rituffarsi nella caccia del nuovo scoop. In questo tempo dove il new journalism ossequia soltanto il culto della velocità e quello della voracità , Stella Pende prova a recuperare i ricordi perduti restituendo un prima e un dopo agli articoli che di più hanno tatuato la sua memoria. Venti reportage (guerre, carceri e terremoti, Balcani e Medioriente), ma anche incontri fatali. Da Gheddafi a Garcia Mà rquez, splendente e indimenticabile premio Nobel della letteratura, fino all'eroica maestra dei bambini intrappolati nel fuoco della scuola di Beslan. Ma attenzione: in "Confessione reporter" si legge soprattutto quello che un inviato non ha mai potuto scrivere. Cioè il dietro le quinte di ogni avventura giornalistica: gli appuntamenti e le miserie per portare a casa l'osso, le attese e le buche, i direttori, i colleghi amici e le carogne, ma anche la commozione, gli incontri e i riti della redazione. Tutto ciò che rappresenta il succo e la carne del giornalismo. Questo mestiere così chiacchierato, spesso mitizzato, ma troppo poco capito nelle emozioni che accende. E poi la terra così spettacolare, ma ancora inesplorata, del giornalismo al femminile. Dove una coraggiosa confessione dell'autrice racconta quanto una giornalista non può mai dimenticare di essere donna, ma soprattutto madre. Con la pena e il rimorso che troppe volte il mestiere le regala.
Momentaneamente non ordinabile