Estetica del Polo Nord. Stele iperboree

Michel Onfray e suo padre, insieme, verso il Polo Nord. Un libro che è al tempo stesso un diario di viaggio, una filosofia del freddo, una meditazione sulle civiltà che svaniscono, sui misfatti dell'industrializzazione e sulla saggezza dei popoli tradizionali. Ed è anche un libro sulla lealtà e la pietà filiale. Al Polo Nord l'edonista Onfray torna spesso a riflettere sulla natura delle culture in cui il piacere non ha spazio. Lassù, Onfray interroga le rocce, lo spazio, i luoghi, la ripetizione dei gesti, il conflitto fra sedentarietà e nomadismo; si immerge nel pensiero degli inuit, nei loro miti, nella loro filosofia. Splendide descrizioni, riflessioni, aneddoti, eco di conversazioni con le guide e i cacciatori di foche. Un libro carico di fascinazione per il Nord e di epicurea nostalgia del Sud. Un testo incredibilmente denso, poetico e intelligente.