Frank Sinatra. Una vita da boss
Frank Sinatra. Una vita da boss: Quando Frank Sinatra è morto, il 14 maggio 1998, all'età di 82 anni, non ha avuto bisogno di entrare nella leggenda. C'era già. Pochi artisti sono stati tanto amati, ammirati, invidiati. Nessuno è stato coinvolto in inquietanti rapporti, anche operativi, con i più importanti capi della mafia italo-americana, come è successo a lui. Ha interpretato canzoni struggenti, avuto le donne più belle, girato film di successo, ha avuto come amici alcuni degli uomini più potenti della terra, capi di Stato, capitani d'industria, ma anche "padrini" e killer della mafia italo-americana. Sembrava che di lui fosse già stato scritto tutto. Invece Renzo Magosso ha scoperto che di Sinatra, della sua vera storia personale, è stato raccontato ben poco. A cominciare da quando è venuto al mondo, con un timpano fuori uso, proprio lui, ritenuto l'orecchio musicale più sensibile del Novecento, da una mamma boss a Little Italy e da un papà pugile. Negli archivi del Municipio della sua città natale, Hoboken, si è imbattuto in decine di documenti: perfino di studenti che hanno realizzato la tesi di laurea sulla sua infanzia, i suoi inizi come cantante, quando, cioè, per ottenere una scrittura si faceva spalleggiare da un gangster. Poi, è riuscito a leggere le carte - rimaste segrete per oltre mezzo secolo - della Commissione Kefauver che ha indagato sui crimini della mafia italo-americana. Sono così affiorate situazioni davvero inquietanti, nomi, prove, episodi sconvolgenti. Ne esce un ritratto inedito e appassionante di un uomo straordinario e di un impareggiabile mascalzone. Che ha segnato un'epoca. E