Con Dante dall'inferno al giardino dell'Eden

Con Dante dall'inferno al giardino dell'Eden

La maestria nel descrivere situazioni e paesaggi, la capacità di penetrazione psicologica, la forza espressiva della lingua, la magia dei simboli sono vari aspetti del poema dantesco generalmente sottolineati quando si parla di Dante. Ma accanto a tutto questo, Dante presenta, con il suo viaggio nell'Aldilà, un processo di crescita in coscienza, ed è questo percorso che l'autrice ha scelto di far emergere nel libro. Dante parte da una selva oscura e arriva, alla fine del Purgatorio, nel bosco ridente dell'Eden; parte da una situazione di sofferenza, di sudditanza a tre bestie che gli impediscono il cammino, e arriva a conquistare quella gioia che gli aveva promesso Virgilio. Non più schiavo, ma libero e padrone di se stesso, è incoronato dal maestro. Come ha fatto Dante ad arrivare a questo stato? Virgilio l'aveva presentato a Catone, guardiano del Purgatorio, con queste parole: "Or ti piaccia gradir la sua venuta:/ libertà va cercando ch'è sì cara...". Qual è la libertà che Dante ha conquistato? E in che modo? Quali sono stati i mezzi che ha usato? Se leggiamo il poema ponendoci queste domande, vediamo che l'intenzione di Dante va ben oltre quella di spaventarci con la visione dell'Inferno e del Purgatorio. In realtà il suo inferno e il suo purgatorio sono presenti anche nelle nostre giornate e Dante fa un cammino di crescita in coscienza. Un cammino che possiamo individuare e comprendere. E poi fare nostro.
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