Elagabalus. Il bene e il male, il maschile e il femminile
Elagabalo o Eliogabalo non fu un buon imperatore secondo l'antico modello romano. Ai giorni nostri sarebbe stato più vicino alla figura di un contestatore, di un oppositore del sistema. Ma l'imperatore che regnò dal 218 al 222 d.C., anno del suo assassinio, non avrebbe forse apprezzato questa definizione visto che la sua vita fu tutt'altro che orientata verso le questioni politiche. Elagabalo era prima di tutto un adolescente orientale, il rampollo di una nobile famiglia sacerdotale di Emesa. Cresciuto in un contesto sociale e religioso profondamente diverso rispetto alla tradizione e alla cultura romana, si trovò catapultato in un mondo a lui estraneo, per giunta nelle vesti di nuovo imperatore. Le principali fonti antiche - l'Historia Augusta, Cassio Dione ed Erodiano - ci raccontano episodi di lussuria e depravazione legati alla figura del sacerdote imperatore. Anche grandi autori moderni, da Manzoni nei Promessi Sposi a Jonathan Swift nei Viaggi di Gulliver citano Elagabalo, entrato ormai nella storiografia e nell'immaginario come l'emblema della dissoluzione morale e della perversione sessuale. In questo saggio ben documentato e ricco di citazioni tratte da varie fonti, Cristian Bissattini fa chiarezza ricostruendo le vicissitudini di uno degli imperatori più controversi della storia romana, condannato alla damnatio memoriae, eppure, al pari di Caligola e Nerone, capace di attirare su di sé l'attenzione, a dimostrazione che la presenza degli opposti, il bene e il male, il maschile e il femminile, esercitano sempre il loro fascino.
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