Il frataccio

Il frataccio

"Bastiano, domani prenderai i voti, cerca di non fare tardi". "Obbedisco", rispose soltanto lui chinando il testone di capelli crespi. Perché l'obbedienza l'aveva ormai addosso, come la tonaca. Da sempre ubbidiente, fin da piccolo nelle risaie, in orfanotrofio, poi soldato, in convento, in carcere... Oggi, al suo funerale, oltre ai tre frati che recitano le orazioni, ci sono soltanto loro cinque, malandati, tutti anziani, come lui del resto, morto d'improvviso a novantaquattro anni, ognuno pensoso, distratto, perché quella modesta bara posata sui cavalietti li obbliga a ripercorrere momenti della vita di ognuno. Momenti più o meno legati a quella interminabile del frate cercatore. Momenti sereni, complicati, drammatici, tristi... L'alluvione, l'orfanotrofio, la guerra, la dittatura, ancora la guerra, il bombardamento, il ragazzo del sud. Poi la tragedia, la ragazza che cade dall'alto campanile. Una tragedia di tutti. Dopo l'arresto, il processo, il carcere, il ritorno... E lui sempre lì, alto, ossuto, forte, taciturno, apparentemente lo stesso, ma non era più lo stesso. Nessuno era più lo stesso.
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