Cagliari. L'Immagine della città nella cartografia, nelle vedute e nell'arte sacra dal XVI al XIX secolo. Ediz. illustrata. Vol. 1
«Amo la città nella quale sono nata, ecco perché ho accettato di scrivere la prefazione al volume Cagliari. L'immagine della città nella cartografia, nelle vedute e nell'arte sacra dal XVI al XIX secolo, un'opera nata con lo scopo di far conoscere l'evolversi della rappresentazione della città, attraverso l'analisi e lo studio di documenti originali, scoperti dai ricercatori in numerose biblioteche e archivi isolani, nazionali ed europei. La ricerca qui confluita ha la peculiarità di voler raccontare un percorso attraverso le immagini che ritraggono Cagliari nei diversi periodi storici e le rappresentazioni sono lette indipendentemente dal loro valore estetico, pur presente in numerose testimonianze pubblicate, poiché tutte permettono di completare la narrazione storica. Si ricostruisce in questo modo una evoluzione dell'immagine cartografica e della veduta della città, attraverso il racconto della sua bellezza e dei simboli della sua tradizione, con gli elementi della sua forza militare e della sua disposizione geografica: ciascuna veduta contiene molteplici significati, letti e approfonditi in un'ottica interdisciplinare, attraverso un intreccio di narrazioni, da quella geografica a quella storico artistica, a quella architettonica. Desidero altresì approfittare di questa prefazione per soffermarmi sul valore e sull'importanza della ricerca umanistica, nel caso specifico della Storia, dell'Arte e dell'Architettura. Purtroppo, da molto tempo, in Italia, le forme di sapere incoraggiate sono quelle che si ritiene, erroneamente, abbiano una immediata ricaduta sul mercato del lavoro e sul mondo produttivo. Parafrasando Umberto Eco, vorrei sottolineare che chi ha il respiro culturale di buoni studi umanistici è molto più aperto all'ideazione e all'intuizione di come potranno andare le cose, e la cultura umanistica per certo prepara ai mestieri di domani e a idearne di nuovi. Viceversa, la marginalizzazione del sapere umanistico affievolisce la crescita del pensiero critico, e dunque la capacità di confrontarsi in maniera multidi-sciplinare con le diversità che ci circondano. Tutti gli studi che ci permettono il confronto con il passato sono, a mio parere, molto importanti per la crescita consapevole di tutti noi. Ricordare non basta. Approfondire la conoscenza di quello che è esistito in passato, capirne sempre più il significato è il presupposto perché si possano conoscere per davvero le proprie radici, base della crescita e della capacità di essere inclusivi e solidali. I risultati della ricerca svolta dai ricercatori del nostro Ateneo, dunque, sono molto importanti sul piano dell'identità culturale della nostra città e, pertanto, contribuiscono alla crescita della conoscenza e dello sviluppo. In particolare, gli argomenti trattati contribuiscono in modo determinante alla comprensione dell'ambiente e alla formazione del "senso di cittadinanza". Conoscere il passato, infatti, concorre a non sentirsi estranei al luogo in cui si vive, a essere inclusivi e a favorire la memoria storica. Un libro come questo è un significativo mezzo per costruire il senso d'identità collettiva e per favorire la partecipazione a una società democratica.» (Dall'Introduzione di Maria Del Zompo)
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