Gli affari e l'onore. I Marulli duchi d'Ascoli e il loro patrimonio tra Sei e Settecento
In età moderna la nobiltà del regno di Napoli si presenta come un ceto che non ha mai cristallizzato le gerarchie interne. Si registrano significativi casi di ascesa economica e sociale in genere culminanti nella fondazione di nuovi casati feudali posti in essere da famiglie appartenenti ad altri settori del ceto dirigente: uomini d'armi legati agli Asburgo, alti e medi burocrati, uomini di legge, grandi uomini d'affari indigeni o stranieri, nobili cittadini. Il libro ricostruisce uno di questi casi: quello disegnato tra Sei e Settecento dai Marulli d'Ascoli, ramo di un'influente famiglia patrizia della città di Barletta che negli anni Settanta del diciassettesimo secolo, grazie all'acquisto del feudo dauno di Ascoli di Puglia e di un titolo ducale, riuscì ad ascendere alla condizione signorile, per conservarla sino all'eversione della feudalità. Quali scelte economiche, quali comportamenti familiari, sociali, resero possibile tale ascesa? Quali profonde aspirazioni sociali motivavano quei comportamenti? In che modo, durante il Settecento, i duchi di Ascoli riuscirono ad accrescere ulteriormente il proprio patrimonio fondiario e le proprie rendite?
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