Il rifiuto dell'uomo nel cinema di Marco Ferreri
"Meglio fare, piuttosto che una cattiva opera rivoluzionaria, un'opera negativa al massimo". Questo sostiene Marco Ferreri, il regista più dissacrante del cinema italiano. Attraverso il suo stile graffiante e grottesco si è dimostrato fra i registi più sperimentali del suo tempo. Il suo cinema visionario ha indagato le contraddizioni della modernità, rivelando l'impossibilità dell'umanesimo e il dramma di un'esistenza viziata dal conformismo delle istituzioni. Questo libro propone una aggiornata analisi critica dell'opera di Ferreri attraverso una antologia dei suoi film più significativi. Da questi emerge la difficoltà di assecondare le norme sociali nei rapporti umani e l'impossibilità di fuggire da una realtà in cui gli stessi individui sono condannati alla solitudine. Dopo i primi film in cui è esasperata la contestazione dei valori borghesi, da Dillinger è morto (1969) a I love you (1986), Ferreri elabora e rappresenta l'annullamento dell'uomo, la distruzione della Storia, la negazione del racconto. La rottura di ogni rapporto fra i sessi, sancito dall'inganno del vincolo matrimoniale, è l'esempio estremo di questa pessimistica visione del mondo: l'uomo è costretto a relazionarsi con il feticcio (bambole gonfiabili o maschere di porcellana), mentre solo nelle viscere della donna fermenta il futuro.
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