In esilio di cuore. Disappunti di un cantastorie gentile
Parole come pietre. Create, lanciate e offerte per "guarire" l'"esilio del cuore" e "ripulire" l'"immondizia del cervello" dei tempi moderni. Un registro narrativo che si avvolge e si sviluppa per situazioni, figure umane, vicende storiche, schegge di riflessioni che raccontano di un "futuro che brucia". Guerra, mafia, rifiuti, Aids, politica, fatica del non lavoro, ansie e dolori moderni nei dolenti e gioiosi versi di un poemetto civile. Una narrazione fatta anche di incursioni autobiografiche nella terra del Sud che, a volte, balzano chiare all'occhio del lettore come le ombre nel sole. "Poesia che si muove nell'ombra di Pasolini e di Buttitta e dell'oralità - scrive Raffele Nigro nella Prefazione - ma che crede fortemente nel valore civile della scrittura e nella possibilità che la parola ancora riesca a imprimere qualcosa nella coscienza degli uomini.
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