Romulus, mio padre

Romulus, mio padre

Raimond ha quattro anni quando il padre Romulus e la madre Christine emigrano nel 1950 dalla Germania verso l'Australia per sfuggire alla miseria del dopoguerra. Una volta arrivati però la vita nel nuovo mondo non è meno dura: il lavoro che spacca la schiena e tiene a lungo il padre distante da casa; l'isolamento negli sconfinati paesaggi australiani che si rivelano fatali per l'equilibrio mentale della madre, rendendola incapace di badare al figlio. Ma la solitudine in cui il bambino si trova a crescere è solo apparente perché, anche se spesso lontano, il padre lo circonda di un amore profondo, espresso con i fatti più che con le parole. Attraverso il proprio esempio, Romulus insegna al figlio il vero significato della vita, dell'amicizia, della compassione e della rettitudine. Il rispetto per se stessi e per il lavoro. La capacità di sopravvivere alle avversità in una terra straniera. Valori sui quali, ieri come oggi, si costruisce l'identità di un uomo. Un classico della narrativa australiana, una profonda meditazione sull'amore e la morte, la follia e la verità, la colpa e la compassione, narrata nel ricordo del rapporto tra un padre e un figlio. (Prefazione di J. M. Coetzee)
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