I cariolanti
Campagna toscana, 1918. Per non partire soldato nella Prima guerra mondiale, un uomo nasconde suo figlio di nove anni e sua moglie in un buco scavato nel bosco. Lì dentro la famiglia passa quasi tutto il tempo, il padre esce solo per prendere l'acqua e per cacciare, ma a volte il cibo non si trova e allora bisogna affondare le dita nella terra umida per vedere se salta fuori un baco o una radice da masticare, oppure rassegnarsi a mangiare carne umana. Inizia così l'avventura di Bastiano, che cerca di riscattare la sua vita solitaria e animalesca innamorandosi di Sara, la figlia del padrone per cui va a lavorare come aiutante stalliere. Ma il fango quasi mai incontra la luce, e allora finirà per sporcarsi totalmente, uccidere colpevoli e innocenti, scappare, trasformarsi in un animale da preda, perdersi, per poi ritrovarsi anni dopo in quella tana in mezzo al bosco, la sua vera casa. "I cariolanti" è un romanzo di deformazione, selvatico e rabbioso, dove la vera protagonista è la bestialità, non la bestialità malvagia e gratuita, ma quella istintiva e viscerale di chi uccide per sopravvivere. Una favola nera in tredici istantanee dove si respirano atmosfere che vanno da Truffaut a Stephen King, alle "Fiabe italiane" di Calvino.