La Repubblica del ricatto
Genere: commedia all'italiana. Durata: infinita. Attori principali: spie, delinquenti, politici. Ma c'è molto di più. Per cinque anni, dal 2001 al 2006, il più importante servizio d'informazione e sicurezza italiano, il SISMI, ha spiato, pedinato e intercettato MAGISTRATI, GIORNALISTI, MILITARI: per controllarli, ricattarli, screditarli. Sono stati imbastiti dossier falsi, campagne diffamatorie e sono state depistate due commissioni d'inchiesta parlamentari, Telekom Serbia e Mitrokhin. Anche quelle usate per infamare l'opposizione e neutralizzare qualsiasi iniziativa, anche giudiziaria, che potesse mettere in crisi Berlusconi. Queste sono storie che hanno dell'incredibile, storie di macchinazioni, veline e calunnie. Da leggere tutte. Tragiche e spassose. Che arrivano da lontano (le schedature di massa del generale De Lorenzo) e che rivelano una STRUTTURA OCCULTA E TRASVERSALE fatta con l'apporto di strutture di spionaggio private (Pirelli-Telecom) e la collaborazione, ahinoi, anche di giornalisti compiacenti, pronti a fare campagne di disinformazione al servizio della causa (Renato Farina, vice direttore di Libero). Non senza l'aiuto di opache figure provenienti dal sottobosco della malavita, che di volta in volta offrono appoggio. Basta leggere la sceneggiata messa su da Scaramella e soci della commissione Mitrokhin, nata con intenti giusti e finita in farsa (Prodi agente del Kgb). O le false ricostruzioni di Igor Marini, indagato per calunnia, che avrebbero dovuto inchiodare Fassino, Dini e Prodi (di nuovo) per l'affare Telekom Serbia. Tutti conti, cavalieri, esperti, alti fiduciari, spesso piduisti e mafiosi. Spuntano anche ex attori, faccendieri, carabinieri, tecnici, impiegati pubblici. Tutti corrotti. Sono gli eroi del nostro tempo. Così imperfetti, umani e delinquenti che quasi non sembrano fatti per UNA COMMEDIA, starebbero meglio in un giallo. All'italiana.
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