Senza respiro

Senza respiro

Si lasciano mai definitivamente le case dell'infanzia? Sono i fari nella nebbia che illuminano il nostro cammino. Gli oggetti fungono da tramite tra loro e noi, sono quei testimoni muti di un'infanzia che scorre via troppo velocemente. È una dimensione che con difficoltà si abbandona, purtroppo il processo fisiologico non ci permette di rimanere in tale condizione. Troppo presto ci rendiamo conto che la vita non ci regala nulla, anzi, ogni cosa va conquistata, combattuta, le difficoltà spesso sono insormontabili. Eppure, se in mano ci torna un oggetto, un ricordo di quel tempo che fu, la mente ci riporta indietro nel passato, a quando eravamo bambini, e subito la pace entra nel cuore. Non per tutti il percorso dell'infanzia è così dolce da ricordare, a volte è doloroso, tortuoso, difficile da dimenticare. Crea una sorta di barriera tra il mondo infantile e quello adulto, segna per sempre le scelte future, fa rimpiangere ciò che non è stato e non si è avuto. Frammenti autobiografici in Senza respiro, dell'autrice Clizia Nalin Benedettelli dal coraggio straordinario, che mette a nudo le sue fragilità, le sue paure. Più volte si è trovata a cadere, ma con una forza da leonessa, leccandosi le ferite, si è rialzata offrendo alla vita il suo sorriso migliore. Con fede e speranza affronta il percorso della malattia, cercando di trovare il lato positivo che in ogni cosa esiste. Il suo amore per la vita e per la sua famiglia rendono il testo una testimonianza toccante: è un messaggio d'amore, come solo chi ha sofferto molto sa donare.
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