Irresistibili schermi. Fatti e misfatti della realtà virtuale
Esistono molti tipi diversi di "schermi". Tra i più recenti all'onore delle cronache, i videogiochi sono un caso esemplare di una pratica che suscita contemporaneamente reazioni di panico e di entusiasmo. I videogiochi sono accusati di provocare dipendenza, di eccitare l'aggressività e si è arrivati fino a ritenerli responsabili della strage di Columbine. E poi si ritiene che i videogiochi, rispetto ai libri, siano stupidi, e rendano stupidi. Ma allo stesso tempo, e su di un tono diametralmente opposto, i videogiochi sono anche al centro di enormi speranze nel mondo dell'educazione: i "serious games" cambieranno il nostro modo di imparare e di insegnare, il "brain training" ci permetterà di tenere il cervello in forma e di imparare meglio per tutta la durata della vita. Cosa c'è di vero in queste opposte, ed estreme, posizioni? Quali strumenti ci permettono di dare un giudizio informato e obiettivo sulle potenzialità, vuoi negative, vuoi positive, dei videogiochi, e degli altri schermi? Resta un'ultima considerazione da fare sull'opposizione che spesso viene fatta tra videogioco (cattivo) e libro (buono). Esistono videogiochi complessi, stimolanti e "intelligenti", tanto quanto esistono libri insulsi. La vera distinzione non è quella che attraversa i media e separa libri e schermi. Ma quella che attraversa contenuti poveri, sciatti, troppo semplici e contenuti capaci di costituire delle sfide per la nostra intelligenza.
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