Segnali notturni
Questi racconti di Riccardo Reim (storie di 'disagi', di 'sdoppiamenti', di 'intermittenze') esplorano il misterioso pianeta della soggettività: i personaggi - consapevolmente o no - sovrappongono i loro significati alle cose perdendo di vista la realtà (anche quando si tratta di autentica cronaca giornalistica, come nel racconto "Il caso L."), con la quale viene così a stabilirsi un rapporto indiretto, fittizio e illusorio che può finire per rivelarsi, sorprendentemente, più vero del 'vero'. Prendendo a pretesto quella continua avventura dalle innumerevoli variazioni possibili che viene chiamata 'vita' si riesce ad approdare - anche con serena e potremmo dire distratta indifferenza - ai più misteriosi e cruenti rituali del sesso, a indecifrabili confusioni e slittamenti, alla più totale finzione, all'estrema efferatezza, addirittura al delitto. L'attenzione è comunque 'altrove', e il mondo esterno manda tutt'al più segnali o si esprime attraverso 'indizi', 'tracce', 'frammenti' paradossali e inquietanti, che vengono incisi sulla pagina in una scrittura-parlato puntuale e straripante, tragica e insolente, lasciva e burlesca, a testimoniare una volta di più la vocazione teatrale dell'autore.
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