Giardini di loto
Raffaele, uomo inquieto e misterioso, viene ingaggiato da Liliana Lorenzini per scoprire la verità sulla scomparsa del suo amante, figura fantasmatica e indefinita. L'indagine conduce a un musicista ebreo austriaco, Friedrich Thomas-Ashkenazy, affascinante al punto da spingere la ricerca, ormai ossessiva, in luoghi sempre più lontani: Vienna, Salisburgo, Budapest, Praga, Berlino, Copenaghen, Norvegia. Lo scopo del viaggio diventa la ricerca stessa, fuori e dentro di sé, soggiornare dove il musicista ha soggiornato, frequentare le persone che lui ha frequentato in una progressiva e devastante identificazione con Friedrich. Il romanzo è dotato di una lingua complessa, una scrittura piena di rimandi alla filosofia, l'arte, la musica da camera e operistica. Neologismi, sperimentazioni sintattiche e una visione nuova nel panorama della narrativa italiana.
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