Il Navile. Portolano di città

Il Navile. Portolano di città

Zygmunt Bauman ci ricorda che noi viviamo, oscillando, fra un quartiere reale (uno spazio familiare regolato dall'abitudine), e un "quartiere" virtuale (la nostra rete di relazioni): il primo ha uno spazio continuo a cui noi apparteniamo; invece del secondo spazio, frammentato e discontinuo, siamo creatori e "proprietari"; il quartiere reale è fuori del nostro controllo, l'altro ci sembra controllabile e rassicurante, anche se entrambi sono pieni di incertezza. Questo libro è dedicato al quartiere reale, quel quartiere che per noi è come un destino, quella "zona grigia che separa e connette lo spazio dell'anonimato e quello della familiarità", perché qui si gioca la necessità che abbiamo di riconquistare il senso dei nostri limiti e di agire concretamente per progettare l'ambiente sociale e urbano in cui desideriamo vivere. Invitando il lettore a guardare il Quartiere Navile, come dice Peter Handke, "per la prima volta", il libro ci spinge a rompere l'inerzia dell'abitudine, a riscoprire come noi percepiamo i luoghi che abitiamo e quale immaginario si nasconde dentro di loro. Solo così, narrando, potremo riconoscere memorie dimenticate, simbologie nascoste e idee impensate. Solo così potremo ideare le fondamenta di una cittadinanza consapevole.
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