Il gioco della sedia
Gustavo Fellini, "Gus" per gli amici, Soldato Biancaneve in rete, ha trent'anni, un cane (Tea) che gli fa da "sorella, amica, fidanzata, madre, figlia, confidente", una fidanzata appena lasciata (e altre innumerevoli storie da dimenticare), una quasi-laurea in Giurisprudenza, un (ex)lavoro come insegnante di tennis per bambini e delle passioni, che prendono spesso le tinte amare delle dipendenze: il poker, Facebook, gli antidepressivi, le droghe, il sesso disincantato e consumato velocemente, tra una partita e l'altra, tra un cambio di "stato" e l'altro. Gus racconta in prima persona le storie delle sue ossessioni quotidiane, drammatiche e divertenti nel contempo, intense, sofferte e grottesche, surreali; le stesse storie che ha scritto su Facebook, sotto forma di note, di stati, condividendo link musicali, pensieri estemporanei e riflessioni profonde sul senso della vita. Si racconta districandosi tra le aspre pieghe dei vizi, del gioco compulsivo, delle scommesse, della ricerca di sensazioni forti e devastanti, ma lo fa con tanta ironia, tra canzoni di De André e Gaber e citazioni dal Piccolo Principe e Johnny Cash.