San Pio, per tutti ancora Enziteto. Storia di un quartiere barese e dei suoi sistemi criminali
San Pio. Per tutti, ancora, Enziteto. Un pugno di casermoni popolari stretto tra la strada statale 16bis, le piste dell'aeroporto Karol Wojtila e gli ulivi in corsa a perdita d'occhio. Enziteto, un pezzo di Bari piazzato a 15 km dal centro. Un quartiere drizzato lì nel nulla, a cavallo tra gli anni '80 e '90, per raccogliere gli ultimi tra i baresi. Negli anni è diventato la roccaforte di clan agguerriti: la piazza di spaccio più produttiva della provincia; il vetrino su cui, meglio che in ogni altro luogo, decifrare soggetti e mutazioni della criminalità organizzata barese. Enziteto, una trincea sorvegliata a vista da "piccole vedette baresi", ragazzini di nemmeno quattordici anni. Hanno già scelto di voler fare i gangster da grandi, piuttosto che i goleador alla Cassano. Enziteto, un mondo impenetrabile guardato dal di fuori; un universo scoperchiato in tutta la sua violenza ed il suo squallore quando si varca l'immaginario ponte levatoio al suo ingresso, magari assieme ad uno sciame di facce tossiche in cerca di una dose su una qualsiasi delle corse del 19. Enziteto, una miriade di storie comuni di degrado, paura, disagio. Ma anche - e per fortuna, ma per pochi - un sogno di riscatto, un bisogno di dignità, una disperata voglia di libertà. Enziteto: da quasi sette anni si chiama San Pio. Ma nessuno sembra essersene accorto.
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