Zaha Hadid
Quando Zaha Hadid si affaccia sulla scena internazionale all'inizio degli anni Ottanta, da subito si intravede la sua carriera di 'archistar'. Gli ingredienti del successo ci sono già tutti: donna, irachena di nascita e inglese d'adozione, si laurea prima a Beirut in matematica e poi a Londra in architettura presso la prestigiosa Architectural Association, di cui diverrà presto docente. Dopo la triennale collaborazione con l'Office for Metropolitan Architecture di Rem Koolhaas e Elia Zenghelis, apre nel 1979 il suo studio professionale nella capitale inglese. Prima donna a ricevere nel 2004 il Pritzker Prize, l'equivalente del Nobel in architettura, fin dagli esordi è affascinata dalle avanguardie artistiche del Novecento. Da qui prende avvio la sua sperimentazione architettonica segnata da un'estetica anticonvenzionale e visionaria che seguirà un personalissimo percorso creativo. Zaha Hadid non è un architetto in senso stretto, o meglio non è solo un architetto: pittrice e designer, progettista a tutto tondo, frequenta con grande dimestichezza ambiti disciplinari molto diversi. Il suo lavoro prende forma in un contesto culturale ampio ed eterogeneo dove le radici del mondo arabo si mescolano con le astrazioni degli artisti suprematisti, il rigore del Bauhaus con le suggestioni dell'informale e del pop, l'adesione al modernismo con l'energia legata ai concetti matematici di campo e flusso. Il risultato, dopo trent'anni di attività - nei numerosi progetti e nelle opere realizzate in tutto il mondo - è un nuovo modo di concepire lo spazio architettonico. (Dall'Introduzione)
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