La società-fabbrica. Digitalizzazione delle masse e human engineering
La fabbrica è diventata la forma e la norma di organizzazione del mondo e del nostro dover vivere. Una società-fabbrica - organizzata, comandata e sorvegliata appunto come una fabbrica - in cui ognuno è operaio/ forza-lavoro, sia quando svolge un lavoro di produzione o di consumo o di generazione di dati per il Big Data. E a governare la società trasformata in fabbrica sono imprenditori e manager e algoritmi - i nuovi meneur des foules con le loro sofisticate tecniche di human engineering. Perché il tecno-capitalismo ci vuole produttivi e consumativi a produttività e a pluslavoro crescenti, per la massimizzazione del profitto privato del tecno-capitale. Perché questo è nella logica della razionalità strumentale/ calcolante-industriale che pre-determina e produce e riproduce l'accrescimento tendenzialmente illimitato sia del capitalismo, sia del sistema tecnico - del tecno-capitalismo, ormai diventato totalitario. Una razionalità tecno-capitalista compulsivamente irrazionale - come dimostra la crisi climatica e ambientale, oltre che sociale - ma che se si presenta a noi come assolutamente razionale perché basata sul calcolo, oggi algoritmico, quando in realtà è nichilista ed ecocida per sua essenza. Il vero cambio di paradigma che occorre generare è allora quello di uscire da questa irrazionalità e ritrovare una ragione diversa, umanistica ed ecologica, con un profondo senso del limite, applicando un principio di responsabilità e di precauzione verso la Terra e le future generazioni. Sostenibilità e resilienza non bastano. Occorre un gatto capace di rovesciare la scacchiera e le regole del gioco imposte da questa razionalità irrazionale.
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