Iposoggetti. Sul diventare umani

Iposoggetti. Sul diventare umani

Gli iposoggetti sono le specie native dell'Antropocene. Sono plurali, sono il non ancora, il né qui né lì, sono meno della somma delle loro parti. Non cercano né pretendono una conoscenza, un linguaggio e men che meno una forma di potere che siano assoluti. Si accontentano di giocare, di prendersi cura, di adattarsi, di farsi male, di ridere. Gli iposoggetti sono intrinsecamente femministi, antirazzisti, colorati, queer, ecologici, transumani e interumani. Gli iposoggetti sono come squatter che occupano e abitano le crepe e le cavità. Rivoltano le cose come calzini e lavorano con stracci, scarti e residui come faceva Walter Benjamin con i suoi passages. Si disconnettono dalla rete elettrica, hackerano e ridistribuiscono le energie immagazzinate per usarle a proprio beneficio. Gli iposoggetti fanno la rivoluzione nei luoghi in cui il radar della tecnomodernità non è in grado di scorgerli. Ignorano con abnegazione i consigli degli esperti. Sono scettici nei confronti di ogni tentativo fatto per descriverli - compreso, ovviamente, quello che avete appena letto.
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