Antipolitica. Populisti, tecnocrati e altri dilettanti del potere
Viviamo in tempi maledettamente complessi, più che interessanti. La modernità plasmata dalla globalizzazione spiazza le aspirazioni dell'individuo e scuote le fondamenta della collettività. La politica si ritrae. Questa mancanza di progettualità per il futuro e di fiducia nel governo della complessità ha conseguenze profonde nella tenuta delle democrazie occidentali. Lo sa bene l'Italia, che sta attraversando una lunga stagione di antipolitica e ne vede ormai le sue diramazioni in tutti i gangli più vitali della Repubblica: i partiti, le istituzioni dello Stato, la magistratura, le classi dirigenti e i media. Ma che cos'è l'antipolitica? Il sintomo di una crisi esistenziale, una reazione emotiva a promesse non mantenute, o una patologia cronica della vita democratica? Con "Antipolitica" Giovanni Orsina, storico e politologo, in dialogo con David Allegranti, giornalista e autore, ci aiutano a fare chiarezza sull'origine storico-concettuale, sui caratteri e sulle vicende più attuali che hanno contribuito a fare dell'antipolitica un tratto ormai pervasivo della società italiana. Dalle battaglie culturali del '68 a Tangentopoli, passando per l'ascesa di Silvio Berlusconi e dei populisti fino ai governi tecnici, la rinuncia alla Politica ha avuto il suo corollario: il fallimento delle alternative che l'antipolitica ha prodotto. Meteore incandescenti nel glaciale universo del potere.
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