Beccaria visto da Fulvio e Gabriele Coltorti
Cesare Beccaria (1738-1794) divenne famoso per il trattato Dei delitti e delle pene, uno scritto di cui viene riconosciuto autore, ma sulla cui formazione ebbero un ruolo importante se non decisivo i fratelli Verri. È invece poco conosciuto come economista nonostante una personalità quale Joseph Schumpeter lo abbia inserito, con Smith e Turgot, in quel triunvirato che nella seconda metà del '700 determinò l'emergere dell'economia politica a scienza autonoma. La sua opera principale, gli Elementi di economia pubblica, anticipò numerosi concetti che gli autori del libro riportano all'attualità, ma non influenzò il pensiero economico del suo tempo; fu infatti pubblicata dieci anni dopo la sua morte, quando ormai la scena era dominata dalla scuola smithiana. Gli Elementi contengono le lezioni di economia pubblica tenute da Beccaria tra il 1769 e il 1771 nelle Scuole Palatine di Milano. Si trattava della seconda cattedra italiana di economia dopo quella fondata a Napoli nel 1754 per il Genovesi; rispetto a questa, tuttavia, essa rispondeva alle finalità edonistiche proprie dell'ultimo cameralismo germanico, che riservava allo Stato un significativo potere d'intervento per garantire il benessere dei cittadini.
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