Gorizia nella grande guerra
"Se sarà femmina si chiamerà Piera, la figlia della guerra". Primi di novembre del 1918; dopo quattro anni di sofferenze inaudite il ritorno in città del Regio esercito italiano pone fine alla Prima guerra mondiale che ha maciullato oltre centinaia di migliaia di giovani vite lungo il fronte dell'Isonzo, il cuore dei goriziani sopravvissuti ai bombardamenti italiani e austroungarici. Di quella che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento era stata l'elegante e raffinata Nizza austriaca non restano che macerie. Tra mura sbrecciate, strade disastrate dalle artiglierie e in un'aria ammorbata dall'odore di morte, si aggirano Damijan e Maddalena. Hanno deciso che la loro creatura avrà lo stesso nome di Piero, amico goriziano di infanzia di Damijan, arruolato giovanissimo nell'esercito imperiale allo scoppio della guerra, nel luglio del 1914 e rimasto ferito in modo irreversibile durante una battaglia sul fronte orientale. Damijan, Maddalena, Piero e altri personaggi popolano questa sorta di saggio in forma di racconto che intende essere omaggio a quei goriziani che un secolo fa hanno sopportato l'orrore della guerra.