L'altra questione di Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana 1943-1955
Per decenni, Trieste è stata avvolta nelle dense nebbie di un "passato che non passava". L'ombra lunga della Seconda guerra mondiale ha filtrato quasi ossessivamente la sua memoria collettiva, l'ha spezzata in narrazioni contrapposte e spesso inconciliabili: una divisione delle memorie che rispecchiava le lacerazioni nel tessuto civile della città e, al contempo, contribuiva ad alimentarle. A livello diplomatico la "questione di Trieste" si era chiusa negli anni Cinquanta; ma in realtà proseguiva sottilmente, con fastidiosi prolungamenti nelle coscienze dei suoi abitanti come nelle agende dei governi che si succedevano in Italia. La gestione del dopoguerra giuliano, insomma, ha rappresentato a lungo un problema dai molti risvolti: politici, economici, sociali, morali. Al quale si è risposto, non di rado, con la rimozione. Oggi diversi segnali fanno pensare che quel passato, a Trieste, sia davvero passato. Il collasso del sistema comunista, la dissoluzione della Jugoslavia, l'allargamento a Est dell'Unione Europea aprono uno scenario rinnovato e pongono il Paese davanti a un'altra questione di Trieste perché il problema, a più di mezzo secolo dal buco nero del conflitto mondiale, si può trasformare in risorsa per il nostro presente. Intendono raccontarlo i testi raccolti in questa antologia - composti tra il 1943 e il 1955 da alcuni fra i più celebri intellettuali giuliani di lingua italiana, i quali testimoniano l'esistenza di un patrimonio di valori civili più che mai attuale.